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Il retargeting spiegato semplice: come “seguire” chi ha visitato il tuo sito

Può capitare di visitare un sito web per consultare un prodotto specifico e di ritrovare in seguito lo stesso articolo all’interno di un annuncio pubblicitario mentre si naviga su un social network o un portale di notizie. Questo fenomeno non è casuale, ma è il risultato di una precisa strategia di marketing digitale: il retargeting.

Il retargeting, noto anche come remarketing, rappresenta una delle tecniche pubblicitarie più potenti ed efficaci a disposizione delle imprese. Questa strategia permette di interagire nuovamente con gli utenti che hanno già manifestato un interesse visitando un sito web, mostrando loro annunci mirati su altre piattaforme online. In media, solo il 2% dei visitatori di un sito web converte alla prima visita. Il retargeting si concentra sul restante 98%, offrendo una seconda, terza o quarta opportunità di conversione.

Come funziona il retargeting?

Il meccanismo alla base del retargeting è concettualmente semplice, sebbene tecnicamente sofisticato. Il funzionamento si basa su un piccolo frammento di codice, comunemente definito “pixel” o “tag”, che viene installato all’interno del sito web aziendale.

Ogni volta che un nuovo utente visita il sito, questo codice deposita un “cookie” anonimo nel suo browser. Il cookie è un piccolo file di testo che non contiene informazioni personali come nome o email, ma funge da semplice identificatore. Quando lo stesso utente naviga su altre piattaforme che appartengono a un network pubblicitario, come Meta (Facebook, Instagram) o la Rete Display di Google, il sistema riconosce il cookie e mostra un annuncio specifico precedentemente impostato.

Le piattaforme principali per il retargeting

Le due piattaforme più utilizzate per le strategie di retargeting sono Google Ads e Meta Ads, che insieme coprono una vasta porzione del tempo che gli utenti trascorrono online.

  • Retargeting con Google Ads. Permette di mostrare annunci (solitamente banner visivi) agli utenti mentre navigano su milioni di siti, blog e portali di notizie che fanno parte della Rete Display di Google. È anche possibile fare retargeting sulla rete di ricerca, mostrando annunci di testo più pertinenti a chi ha già visitato il sito.
  • Retargeting con Meta Ads. Consente di mostrare annunci personalizzati (immagini, video, caroselli) direttamente nel feed di Facebook e Instagram degli utenti che hanno interagito con il sito web. La natura visuale e l’alto coinvolgimento di queste piattaforme lo rendono estremamente efficace.
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3 esempi pratici di strategie di retargeting per le PMI

Il retargeting non è una strategia monolitica. È possibile creare segmenti di pubblico molto specifici per mostrare messaggi incredibilmente pertinenti.

  1. Recupero del carrello abbandonato. Questa è la strategia di retargeting più classica ed efficace per un e-commerce. È possibile creare un pubblico di utenti che hanno aggiunto prodotti al carrello ma non hanno completato l’acquisto. A questo segmento si può mostrare un annuncio che ricorda i prodotti lasciati nel carrello, magari offrendo un piccolo sconto per incentivare la conclusione dell’ordine.
  2. Visitatori di pagine specifiche. Un’azienda che vende servizi può creare un pubblico di utenti che hanno visitato la pagina di un servizio specifico, ad esempio “Consulenza SEO”. A questo pubblico si può mostrare un annuncio che approfondisce i benefici di quel particolare servizio, proponendo un caso studio o un contatto per una consulenza gratuita.
  3. Cross-selling su clienti esistenti. Il retargeting può essere usato anche sui clienti che hanno già acquistato. Caricando una lista di contatti (in modo anonimo e protetto), è possibile mostrare a chi ha già comprato un prodotto A un annuncio che promuove il prodotto B, un accessorio o un servizio complementare, aumentando così il valore del cliente nel tempo (Customer Lifetime Value).

Perché il retargeting è un investimento intelligente

Integrare il retargeting nella propria strategia di marketing digitale offre vantaggi concreti e misurabili.

  • Aumento del tasso di conversione. Mostrare annunci a un pubblico che ha già dimostrato interesse aumenta drasticamente la probabilità che questo compia l’azione desiderata, che sia un acquisto o la compilazione di un modulo di contatto.
  • Maggiore riconoscibilità del brand (Brand Awareness). La ripetuta esposizione al marchio e ai suoi prodotti mantiene l’azienda nella mente del potenziale cliente. Quando sarà pronto a decidere, il brand sarà una delle prime opzioni che prenderà in considerazione.
  • Ottimizzazione del budget pubblicitario. Invece di spendere budget per raggiungere un pubblico vasto e indifferenziato, il retargeting concentra l’investimento su un segmento di utenti a più alto potenziale. Questo si traduce in un ritorno sulla spesa pubblicitaria (ROAS) generalmente superiore rispetto ad altre strategie.

Il retargeting non è uno strumento per infastidire gli utenti, ma una tecnica di marketing di precisione. Se usata in modo strategico e pertinente, permette di costruire un dialogo continuo con i potenziali clienti, accompagnandoli nel loro percorso d’acquisto e trasformando un semplice interesse iniziale in una relazione di valore per l’azienda.

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Marco Caccia

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